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mercoledì 17 aprile 2013

Rebel Store San Lorenzo, un bagliore nel buio!


Vivere, lavorare,diffondere cultura e conflitto, in un quartiere come San Lorenzo non è facile.
Nonostante il "passato rivoluzionario" di una borgata che ha ospitato partigiani ed autonomi, oggi da un punto di vista sociale e dunque anche politico, la situazione è molto complessa e difficilmente comprensibile a chi è esterno da questo contesto. Il disagio sociale infatti colpisce in varie forme tutti quei territori nei quali vivono classi sociali emarginate, strati di popolazione "a rischio", studenti, disoccupati,precari e così via...Si tratta di contesti facilmente criminalizzabili ed altrettanto strumentalizzabili, nei quali si concentrano diverse problematiche sociali ma anche diversi strumenti della società capitalista, della metropoli moderna basata sul controllo. Hanno riempito le strade di locali e bar di lusso, discoteche, pub e di tutto ciò che produce business e profitto.  In questo modo e quindi in maniera molto velata, san lorenzo è diventato niente di più che un bel "divertimentificio", una sorta di grande centro commerciale all'aperto, contornato di telecamere, posti fissi di polizia, unità mobili e tutto il resto, proprio alla faccia dell'auto-organizzazione, dell'aggregazione al di fuori del consumo e delle lotte sociali del passato.
 Le fasce popolari "sanlorenzine" hanno subìto questo processo che cammina di pari passo con l'aumento vertiginoso degli affitti delle case. Una borgata della Roma ribelle è purtroppo diventata una grande piazza della società capitalista. I valori e gli ideali rivoluzionari, in parte tramandati, non sono riusciti a frenare più di tanto l'avanzata di un processo che ha modificato costantemente le città.
Nonostante ciò sopravvivono, fra mille contraddizioni, anche  sentimenti di rivolta, esperienze di lotta e progetti partiti dal basso. La sfida di oggi allora dovrebbe stare nel cercare di sfruttare a nostro vantaggio il sistema in cui vogliono relegarci.  Riuscire a ricavare una valvola di sfogo e di rottura negli ingranaggi del potere costituito. Tutto ciò può e deve rappresentare uno stimolo di rivalsa per chi vuole giocarsi il presente.
C'è ancora chi vuole resistere per esistere, chi non ha chinato il capo e non si è omologato all'appiattimento culturale imperante. A volte questi "bagliori nel buio" cercano di rompere il grigio spento della "normalità imposta", si combatte contro "mulini a vento", impattando spesso contro muraglie di indifferenza ed apatia, prodotti diretti della logica della rassegnazione, della vita pre-confezionata, tutti meccanismi studiati per far funzionare la "macchina del consenso" e quindi la stessa società moderna.
Il Rebel Store, nel suo piccolo, cerca di fronteggiare i "grandi mostri" del neo-liberismo e della cosiddetta "globalizzazione"economica che ha praticamente raso al suolo tutte quelle esperienze di commercio equo o solidale, nate "dal basso" anche per dare spazio alla creatività ed alle propensioni di chi, di solito, spazio non ne ha. La storia del Rebel Store parte una decina d'anni fa con la Libreria Internazionale fondata da Valerio Marchi per dare spazio alle sottoculture ed al conflitto giovanile. Diffondere controcultura vuol dire sostenere le lotte, offrire uno spazio di libertà ed aggregazione fuori dal consumo, proporre un'alternativa  agli oggetti mercificati, supportare ogni individuo che nel suo piccolo prova a vivere in maniera critica e conflittuale per opporsi a questa realtà che ci impongono. Spacciare libri e  contenuti invece di bustine e polverine varie. organizzare dibattiti orizzontali e presentazioni di libri invece che stare fermi a bere su un muretto....Questo è quello che cerchiamo di fare concretamente, coscienti del fatto che è davvero poco in un mare di ingranaggi perversi. Quello di cui parliamo però è reale, non filtrato, vero e    crudo in tutti i suoi limiti e contraddizioni. L'unica cosa che possiamo dire a testa alta è che tutti i giorni noi, la faccia ce la mettiamo, senza veli e senza ipocrisie varie. Ce la mettiamo sporcandoci anche le mani, ma lo facciamo con orgoglio ed alla luce del sole perchè siamo orgogliosi di "spacciare" libri e cultura(di parte) in un mondo di merci e di interessi, in un contesto difficile e facilmente corruttibile da esempi negativi. E poi, nonostante tutto, Rebel Store non è l'unica libreria indipendente, anzi nella zona sono concentrate altre piccole esperienze simili, realtà che in qualche modo propongono l'alternativa culturale e critica al semplice svago ludico e passivo.
Per cambiare il mondo bisogna partire dalla nostra vita, dalle nostre esistenze, lasciando spazio alle passioni, vivendo intensamente ogni giorno con umiltà e senza presunzione....ma sempre a testa alta!
"Siamo un esercito di sognatori: per questo siamo invincibili!"
 The Future is Unwritten!
Rebel Store Resiste



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