Strade pericolose.
di MRK
Era un giorno come tanti, una di quelle giornate estive nella metropoli di cemento, con la puzza d'asfalto che invade l'afa del sole cocente. Il sudore gli colava dalla testa fino all'ultimo dito del piede, attraversandoglii la schiena e dandogli dei brividi di una sensazione che non saprei spiegare. Aveva tanta voglia di drogarsi, di riprovare quel piacere che poi col tempo, senza che nemmeno te ne accorgi, diventa sofferenza e disperazione. Dopo l'ultima rapina e conseguente arresto, aveva deciso di dire basta, almeno per un pò. Due anni in gattabuia ti restano dentro, nell'anima e nel corpo. La galera è una cosa brutta: alcuni "se la mangiano" e nonostante tutte le difficoltà riescono a trovare una sorta di equilibrio, altri invece non ce la fanno proprio. C'è chi si uccide addirittura...anche se il "mandante" di questi omicidi-suicidi in fondo è lo Stato. Poi C'è chi ci rimane flashiato, proprio come il nostro amico, protagonista di questo racconto. Ma Agosto è un mese strano per i "diseredati" e gli irrequieti di questa società, un periodo nel quale prendono l'avvento le voglie e le follie più disparate. Aveva passato una notte insonne, a fumare sigarette, una dopo l'altra intervallandole con un cicchetto di rum jamaikano regalatogli da un compagno di sventure. L'odore della notte l'aveva ancora addosso quella mattina, quella maledetta mattina di Agosto in una Roma semi-deserta. Uscendo da quelle specie di magazzino-casa in cui abitava da ormai un paio di mesi, aveva deciso di rubarsi un motorino, uno scooter o un qualsiasi mezzo di trasporto che gli avrebbe evitato attese interminabili alla fermata del bus di una delle tante periferie extrametropolitane dell'impero. Effettivamente certe cose le aveva sempre sapute fare e in pochi secondi, con un paio di "spadinate", era riuscito a impossessarsi di uno scarabeo 125,un motorino niente male. Il problema è che a volte l'istinto ti tradisce. Senza neanche rendersene conto, parte a razzo e senza casco, seguendo quel maledetto istinto trasgressivo che l'aveva sempre messo in situazioni assurde. Sudava mentre attraversava a velocità tirata l'ultimo tratto della Critoforo Colombo. Il vento gli provocava quei brividi, quei maledetti brividi adrenalinici e destabilizzanti. Una pattuglia di polizia municipale nota questo Scarabeo sfreccciare sullo stradone incandescente ed inizia a seguirlo, intimandogli ripetutamente di fermarsi. Qui inizia la sfida, la maledetta sfida. Invece di fermarsi e provare a imbastire un minimo di spiegazioni, il polso destro smuove fino al massimo l'acceleratore di quello scooter rubato dieci minuti prima. Quando parte l'inseguimento la lancetta della benzina dello scarabeo è già quasi al limite ma ciò non ferma l'istinto di fuggire lontano e scappare via dalle grinfie di quei vigili del cavolo che "si atteggiano a guardie". La trasgressione prende sempre di più la sua forma e si manifesta in una fuga vincente. Grazie alle sue abilità di motociclista riesce a infilarsi in mezzo ad un vicolo che diventa la sua salvezza. La pattuglia non riesce ad imboccarlo e i due vigili sono costretti a provare una improbabile corsa a piedi che si rivela inutile. Sono goffi, troppo imbranati per raggiungere uno skizzato senza regole. L'obiettivo è raggiunto: lo scooter resta lì, buttato a terra e semi-distrutto dandogli la possibilità di perdersi fra i turisti che affollavano la città eterna. Amare e odiare questa città è un sentimento che accompagna molti, proprio come chi riesce a intrufolarsi e nascondersi nelle mille strade della capitale. A questo punto è come se il primo empasse fosse superato. La voglia di rivedere quella "polverina" era salita, come un bisogno inconscio, come un desiderio sopito ma mai cancellato.Questa era volta giusta: era una giornata che poteva andare veramente male se quelle merdacce di vigili l'avessero acchiappato. Meglio prendere un pò di tempo e ricaricarsi in un bar "coatto", in uno dei peggiori bar dello Stivale dove trovano rifugio solo rapinatori e migranti di ogni dove. Birra ghiacciata, rigorosamente ceres, un paio di campari e la testa può rilassarsi prima dell'ennesima sfida. Ogni giorno è una maledetta sfida.....
Continua
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